STORIA MODERNA

di Marco Belfiore

 

La storia moderna del nostro Cirneco comincia nel 1932 quando un veterinario di Adrano, il dottor Maurizio Migneco in un articolo sulla rivista “Il Cacciatore Italiano” fornisce una completa descrizione sulla razza, ancora non ufficialmente riconosciuta dall’Enci, che anticipa lo Standard. Al contempo lancia un appello ai “cinofili di buona volontà” per la rivalutazione della razza ed all’invito rispondono l’avvocato Filippo Sferlazza, scrittore di cinegetica, il cavalier Domenico Diletti da Brisighella, allevatore di bretons e la giovane nobil donna Agata Paternò Castello dei Duchi di Carcaci che viene considerata il nume tutelare e la Signora del Cirneco dell’Etna. Per Donna Agata fu un colpo di fulmine quello con la cirneca “Fettuccia” di proprietà di un operaio di famiglia ed in quella cagnetta vide bellezza e nobiltà, cosa che solamente pochi riuscivano a vedere in “quei cani di contadini”, negli anni successivi, affiancata dal dottor Migneco, cominciò ad appassionarsi alla razza e nel frattempo il cavalier Diletti importò diversi esemplari ad Adrano.

Nel 1939 il professor Solaro, senza mai scendere in Sicilia, ma tormentato da Donna Agata che gli inviava continuamente fotografie,misure e disegni, compilò il primo standard ufficiale, capolavoro di perfezione tecnica, facendolo riconoscere all’Enci lo stesso anno. Nel corso degli studi per l’approvazione dello standard Donna Agata girò tutta la Sicilia in cerca di soggetti tipici che vivevano nelle masserie, acquistando parecchi esemplari divenuti capostipiti del suo allevamento il quale affisso venne riconosciuto nel 1942 con il nome di “Aetnensis”. Donna Agata girò moltissimo in Italia ed Europa in esposizioni di bellezza per far conoscere i suoi cani e naturalmente i primi due campioni della razza furono i suoi Aetnensis Pupa e Aetnensis Edo. Sotto la sua volontà ed il suo impegno nel 1951 fondò la Società Amatori Cirneco che venne ufficialmente approvata dall’Enci nel 1956, nel 1952 venne redatto dalla S.A.C. un regolamento delle prove di lavoro e negli anni successive propone all’Enci qualche modifica allo standard di bellezza.

Purtroppo Donna Agata muore giovanissima a soli 44 anni nel 1958, ma ci ha lasciato una grande eredità da portare avanti con orgoglio e con l’entusiasmo che lei stessa ci mise e sicuramente da lassù sarà felice ed orgogliosa nel vedere che la “sua razza” è apprezzata in tutto il Mondo!